Non profit

Istituto Cortivo segnala: implementazione dei Centri per l’Affido e la solidarietà familiare

Un percorso formativo di sostegno all’implementazione dei Centri per l’Affido e la solidarietà familiare organizzato dall’Assessorato alle politiche sociali della Regione Veneto

di Associazione Istituto Cortivo

Le giornate formative si sono svolte il 21 giugno 2007, 13 settembre 2007 e 18 ottobre 2007. Seguiranno il 13 novembre, 13 dicembre 2007 e 10 gennaio 2008, presso il Centro Congressi Villa Ottoboni di Padova (tel. 049 8901222). Le giornate formative sono rivolte agli operatori dei Centri per l?Affido (assistenti sociali, psicologi, educatori) e agli operatori delle associazioni del privato sociale che operano in collegamento con i Centri per l?Affido (indicativamente, cinque operatori per ciascun ambito territoriale Ulss e un operatore per ogni ente del privato sociale coinvolto nell?attività del Centro). L?attestato complessivo di fine percorso sarà rilasciato a chi avrà partecipato ad almeno il 90% delle giornate formative. Sono stati richiesti i crediti ECM per la seconda parte del percorso formativo. Organizzazione del percorso formativo e svolgimento delle giornate formative Per i partecipanti la giornata formativa inizierà alle ore 9.30 per concludersi alle ore 17.00. La pausa pranzo è prevista dalle 13.00 alle 14.00; il pranzo a buffet si consumerà presso la sede convegnistica. Le giornate formative prevedono una prima sessione in seduta plenaria e una seconda sessione con la suddivisione dei partecipanti in cinque gruppi di lavoro. Lavori di gruppo e conduttori I lavori di gruppo, oltre alla finalità di favorire il confronto tra i partecipanti sulle loro esperienze o idee in merito al contenuto in oggetto e a quanto detto dai relatori intervenuti, saranno caratterizzati come laboratori di produzione di orientamenti e linee guida. Gli obiettivi pertanto saranno specifici per ogni giornata formativa e chiederanno ai membri dei gruppi di sviluppare la loro creatività al fine di individuare nuove idee, percorsi, procedure, orientamenti, ecc. rispetto all?argomento oggetto delle riflessioni. Il materiale prodotto dai laboratori sarà quindi contenuto nella pubblicazione finale. Ogni conduttore faciliterà gruppi composti da circa 30 operatori. I conduttori sono: Isabella Todaro, Responsabile Centro per l?Affido e la solidarietà familiare, dell?Ulss 3 Bassano del Grappa Paola Jannon, Referente Associazione Famiglie per l?Accoglienza, Verona Paola Baglioni, Responsabile tecnico del progetto Centro per l?Affido e la solidarietà familiare del Comune di Vicenza Pasquale Borsellino, Responsabile Consultori familiari Ulss 8 Asolo Damiano Mattiolo, Responsabile tecnico del progetto Centro per l?Affido e la solidarietà familiare del Comune di Verona I conduttori di gruppo sono componenti del Gruppo Tecnico istituito per il coordinamento del progetto di cui alla DGR 1855 del 13/06/2006 Lavoro interfase e pubblicazione finale Sarà predisposta una pubblicazione finale, contenente: le relazioni, i materiali prodotti dai lavori di gruppo, l’analisi dei materiali pervenuti. Tale pubblicazione sarà curata dal coordinatore scientifico del percorso e dall’Osservatorio regionale per l?infanzia e l?adolescenza. Moderatoredelle giornate formative Salvatore Me, Direzione regionale per i servizi sociali, servizio famiglia. Coordinamento scientifico del percorso Paola Milani, professore associato, Dipartimento di Scienze dell?Educazione, Università degli Studi di Padova Organizzazione del percorso e Segreteria organizzativa Osservatorio regionale per l?infanzia e l?adolescenza Esperti coinvolti La scelta degli esperti che presenteranno le loro riflessioni è stata fatta cercando di valorizzare chi ha prodotto delle specifiche riflessioni teoriche relative alle tematiche proposte, ma vi è l?intento di valorizzare le esperienze concrete presenti nel territorio veneto e italiano. La quinta giornata, dedicata alle relazioni tra sistema pubblico e terzo settore, è in programma il 13 novembre 2007, e avrà il seguente programma: Introduzione alla giornata (Salvatore Me) Restituzione dei lavori di gruppo (Paola Milani) Un modello di relazione con le famiglie: il partenariato tra i servizi e le famiglie (Jean-Marie Bouchard) La relazione fra pubblico e privato (Frida Tonizzo, Valter Martini e Liliana Burlando) Modera il dibattito Angelo Tanzarella Lavoro di gruppo (Conduttori) Introduzione L?affido familiare quasi sempre presuppone un allontanamento, una separazione, una frattura relazionale, ma, affinché esso conduca ad un esito positivo, richiede che tutti gli attori coinvolti nel processo attuino pratiche di ricomposizione delle relazioni. Se intendiamo, infatti, come obiettivo generale dell?affido quello di garantire il diritto del minore a vivere nella propria famiglia, si rende evidente che il fine del lavoro è la ritessitura di una delle relazioni cruciali per il ben-essere della persona umana, la relazione genitore- figlio. Nessun sistema di aiuto può raggiungere da solo questo grande obiettivo, che, invero, è raggiungibile solo all?interno di un patto relazionale che vede implicati più piani e più attori: i minori e le loro famiglie, le famiglie affidatarie, i servizi per la tutela, i centri per l?affido, i servizi della giustizia, oltre che le reti naturali, le scuole, le comunità locali. Il processo dell?affido familiare è dunque innanzitutto un processo relazionale che richiede ai diversi attori capacità di lavorare insieme, di progettare in maniera unitaria, di affidarsi reciprocamente, di lavorare insieme non solo sulle partenze, ma anche sui ritorni, non solo sull?allontanare, ma anche sul riavvicinare, non solo sul separare, ma anche sul ri-connettere. Questa dinamica relazionale richiede agli operatori dei servizi pubblici e del privato sociale che si occupano di affido familiare un grande sforzo per creare connessioni sempre più chiare, stabili e durature a molteplici livelli, che tengano intrecciati, in un insieme nuovo, più in linea con le attuali esigenze di crescita dei bambini e delle loro famiglie d?origine, soggetti, interventi, servizi diversi. Il percorso formativo che in questa sede viene presentato si propone come un piccolo spazio di riflessività a sostegno di tutti i soggetti che operano nell?ambito della solidarietà inter-familiare con l?intento di affiancarli in un momento in cui la Regione chiede a tutti i territori di creare dei ?Centri per l?affido e la solidarietà familiare? che siano garanti di una omogeneità di interventi a livello regionale, pur nella valorizzazione delle peculiarità locali. Il percorso si dilunga nel tempo (7 incontri a cadenza mensile nel periodo maggio 2007-gennaio 2008) in quanto intende dedicare uno spazio culturale adeguato all?approfondimento degli snodi relazionali costitutivi del processo dell?affido familiare. Le Giornate 1 e 2 costituiscono la parte introduttiva, la quale si propone di delineare un primo quadro sulla situazione attuale dell?affido nella Regione e sulle questioni che oggi si presentano come emergenti per fare il punto su ciò che la ricerca scientifica mette a nostra disposizione in tema di affido familiare. Il percorso entra successivamente nel vivo con 5 incontri che hanno come minimo comune denominatore le relazioni fra i diversi soggetti che sempre sono presenti nei molteplici piani di intervento. Quali sono queste relazioni?: le relazioni tra famiglie italiane e famiglie straniere, tra bambini stranieri in affido a famiglie italiane piuttosto che a famiglie della loro stessa etnia di provenienza, al fine di confrontarci con culture di integrazione e buone pratiche innovative (Giornata 3); le relazioni tra i servizi che separano, quelli che accolgono, quelli che riunificano, ossia tra i servizi che si occupano di tutela e quelli che si occupano di affido per garantire una presa in carico professionale, specialistica, ma unitaria di tutto il processo. E per costruire una presa in carico unitaria, per garantire il buon utilizzo dei tempi, la non fuoriuscita dai tempi reali di vita dei bambini e delle loro famiglie, non possiamo dimenticare le relazioni tra i servizi socio-sanitari nel loro insieme e i servizi della giustizia (Giornata 4); le relazioni tra i servizi pubblici e il terzo settore: qui si gioca una dimensione di incontro tra pubblico e privato che è vitale nel processo complessivo di presa in carico. I bambini in affido non stanno nei servizi pubblici, ma a casa di famiglie che compongono il variegato mondo del terzo settore. Questo mondo ha messo a disposizione negli ultimi anni risorse sempre più importante e insostituibili, ma le difficoltà di rapporto talvolta persistono. Cosa chiediamo alle famiglie affidatarie? Cosa diamo loro in termini di capacità progettuali, di formazione, di sostegno? Come possiamo aiutarle a porsi come effettive partner dei servizi? Le reti di famiglie e i diversi soggetti del privato sociale come possono entrare nel progetto complessivo? A che titolo? A quali condizioni? (Giornate 5 e 6); le relazioni tra scelte tecnico-operative che dipendono dalla cultura professionale degli operatori e gli assetti organizzativi che dipendono anche dalle volontà politiche degli amministratori. Abbiamo bisogno di guardarci intorno, conoscere modelli diversi per poi creare nella nostra realtà territoriale un modello che sia allo stesso tempo rispondente alle caratteristiche peculiari di quel territorio e alle legittime esigenze di omogeneità che il rispetto della pari dignità dei diritti delle persone che vivono in territori diversi ci impone. (Giornata 7). Paola Milani, Salvatore Me Le ragioni di questo percorso Con la Deliberazione di Giunta Regionale n. 1855 del 13 giugno 2006, la Regione del Veneto ha inteso avviare, tra gli altri, un vasto progetto denominato ?Sostegno alla genitorialità sociale: interventi per lo sviluppo dell?affidamento familiare?. Il progetto si propone da una parte di superare le differenze esistenti a livello regionale, con riferimento al ricorso all?affido familiare rispetto all?inserimento in comunità e di sostenere e avviare in tutto il territorio regionale percorsi che possano portare alla costituzione di una programmazione specifica per lo sviluppo dell?affidamento familiare, attraverso la realizzazione, il sostegno e il potenziamento dei Centri per l?affido e la solidarietà familiare e attraverso la realizzazione, la diffusione e la validazione di linee guida regionali per l?affidamento familiare. La realizzazione concreta di quanto contenuto nel progetto regionale rappresenta, quindi, l?occasione per affrontare in termini complessivi il tema dell?affido familiare e la piena attuazione della legge 149/01 nel territorio regionale. Si ravvisa in particolare la necessità di offrire al bambino e all?adolescente che vive una situazione di pregiudizio tale da rendere necessario l?allontanamento temporale dalla sua famiglia di origine, opportunità uniformi in tutto il territorio regionale sia in merito alla qualità dell?intervento e alle modalità operative di fondo sia in riferimento alla possibilità di essere accolto in una famiglia affidataria. Al contempo il monitoraggio delle esperienze esistenti e il confronto che si realizzerà nel percorso formativo che qui si presenta permetterà di fare emergere e di valorizzare le buone prassi nell?ambito dell?affido che pur sono presenti e diffuse nella nostra regione. Questo importante e complesso percorso formativo si deve pensare collegato ad analoghe azioni formative e percorsi di riflessività attivati e vuole in fondo ribadire, ancora una volta, l?impegno di questo Assessorato nel voler percorrere una strada che pone al centro il prioritario interesse del minore. Stefano Valdegamberi Assessore alle politiche sociali Ulteriori informazioni e documentazioni sono disponibili on line visitando il sito www.venetosociale.org – Sezione Minori – Voce Documenti. Nella medesima sezione saranno inserite le relazioni (slides in powerpoint) presentate dai relatori durante le giornate formative.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA